Home News A bordo di Astral

A bordo di Astral

by francesca loupakis

Grande successo delle giornate di porte aperte del veliero di Open Arms 

Un migliaio di persone hanno partecipato alle visite guidate a bordo di Astral, organizzate in occasione della festa di Barcellona

Con un cenno della mano Julieta dà il benvenuto a un gruppetto di persone e le invita ad avvicinarsi alla banchina. Lei è una della mezza dozzina di volontari e volontarie di Open Arms che collaborano alle giornate di porte aperte dell’ Astral, il veliero con cui la nostra ONG ha salvato la vita a più di 15.000 persone in 5 anni.

Un gruppo di adulti e ragazzi seguono l’invito di Julieta ed escono dall’ombra di un edificio del porto di Barcellona, dove si erano riparati dalla calura di un sole ancora estivo. Sono 10 delle quasi 900 persone che dal 24 al 28 settembre sono salite a bordo per conoscere da vicino l’attività in mare della nostra ONG.

Ad attenderle al di là della passerella c’è Patricia Marín Gay, che da 3 anni incontra gli studenti nelle scuole, licei e facoltà catalane e spagnole per parlare di diritti umani e delle missioni di Open Arms. “Si tratta di conversazioni di sensibilizzazione e denuncia”, precisa Patricia, che fa parte del Dipartimento Educativo di Open Arms.

Le persone si sono dimostrate molto recettive nei nostri confronti. Apprezzano molto le nostre chiacchierate e il loro feedback è positivo”, mi spiega in una pausa dell’incontro. “Io spiego loro che non parliamo di migranti o di rifugiati, salviamo persone. Ci chiedono soprattutto qual è il nostro rapporto con i governi europei e i problemi causati dalla politica di porti chiusi”.

E sai una cosa?”, mi incalza. “Sono in tanti a conoscere quello che è successo durante la Missione 65!”. Durante quella missione, nell’agosto del 2019, il nostro rimorchiatore Open Arms trascorse 21 giorni in mare prima di poter entrare in un porto sicuro, dopo aver salvato 163 persone in tre diverse operazioni.

Matteo Salvini, allora Ministro dell’Interno, mise in pratica fino alle estreme conseguenze la sua politica di “porti chiusi” e impedì l’attracco della nave per settimane, incurante che a bordo ci fossero anche minori e persone con problemi fisici e mentali. Per quella scelta scellerata Salvini dovrà rispondere dei reati di sequestro di persona e di omissione d’atti d’ufficio davanti al Tribunale di Palermo, che ha fissato la prossima udienza del processo il 23 ottobre.

Ma sai anche cosa mi chiedono spesso i bambini?”, dice Patricia con un sorriso. “Se ci attaccano gli squali!”.

Mentre Patricia guida il suo gruppo sulla coperta, Ángeles Schjaer all’interno del veliero sta mostrando su uno schermo alcuni video di missioni di salvataggio dell’Open Arms.

Ángeles è la coordinatrice del programma educativo di Open Arms in Spagna e collabora con la ONG da più di 5 anni. “Sono stata io”, dice sempre orgogliosa, “a mettere lo smalto rosso a Josepha, la donna camerunense salvata dopo essere stata più di 24 ore in acqua afferrata a una tavola di legno e circondata dai cadaveri di altre persone. La foto dei suoi occhi sbarrati, nel luglio del 2018, divenne in breve il simbolo delle drammatiche condizioni in cui si trovano le migliaia di persone che cercano ogni anno di attraversare il Mediterraneo in cerca di una vita migliore.

Le persone che vengono a trovarci sono già sensibilizzate rispetto al nostro lavoro”, spiega Ángeles. “Molti sono addirittura venuti 2 o 3 volte in questi giorni”. La maggior parte è interessata a conoscere come funziona la nostra organizzazione o qual è il contesto geo-politico dei paesi da cui provengono le persone che decidono migrare. “Però c’è una domanda in particolare che mi rivolgono con frequenza, e me la fanno soprattutto i più piccoli. E cioè, cosa succede ai bambini che vengono salvati in mare? Io purtroppo posso solo rispondere che, quando riescono a sopravvivere e con tutto quello che è gli è toccato vivere, quei bambini sono condannati a crescere molto più in fretta di quanto abbiamo fatto noi”.

Ángeles conclude la visita che dura all’incirca una mezz’ora, tra le cabine di questo vecchio yacht donato a Open Arms nel 2016 dall’imprenditore italiano Livio Lo Monaco e illustra i lavori che sono stati necessari per trasformarlo da un’imbarcazione da diporto ad una dedicata all’ attività di ricerca e ssoccorso.

Immagino le persone sedute lì sul ponte… e mi viene la pelle d’oca”, confessa una volta scesa sulla banchina Laura, un’insegnante di Barcellona che ha accompagnato la sua classe di adolescenti. “In aula abbiamo affrontato il tema delle migrazioni e di quanto succede nel mondo. Ma poi vieni qui e lo tocchi con mano!”.

Questa barca rappresenta molto meglio i valori europei in cui credo di quanto lo faccia il Parlamento europeo” , le fa eco Paco, un architetto che è venuto a bordo con un suo amico. Julieta, la volontaria, li saluta con un sorriso a fa un cenno ad un altro gruppo affinché si avvicinino. Sono tanti quelli che sono venuti anche senza prenotazione. Per loro, e per tutti gli altri, Astral riaprirà presto le sue braccia. 

Aiutaci a continuare!

https://www.openarms.es/it/dona-ora

Le foto sono di Natalia Bazzolo che ringraziamo di cuore.

Articoli correlati